giovedì 25 ottobre 2012

GLI ARCHIVI ALINARI E LA SINTASSI DEL MONDO. Omaggio a Italo Calvino


Gli Archivi Alinari
e la sintassi del mondo

Omaggio a Italo Calvino

Asso di Coppe 

25 ottobre 2012 - 6 gennaio 2013
MNAF
Museo Nazionale Alinari della Fotografia
Firenze

In occasione del 160° anniversario della Fratelli Alinari, i Rencontres d’Arles e la Fondazione Alinari rendono omaggio alla sua storia con un’esposizione che unisce letteratura e fotografia.
Presentata lo scorso luglio a Les Rencontres d'Arles 2012 nella particolare cornice del Chiostro di Saint-Trophime, la mostra è curata da Christophe Berthoud che, ispirandosi dall’opera di uno dei più grandi narratori del Novecento, Italo Calvino, ha attinto e utilizzato gli archivi Alinari come un inesauribile giacimento di storie e di immaginari.


Milano. La guglia principale del Duomo, 1890 ca., Archivi Alinari - archivio Alinari, Firenze 


All’interno della mostra, richiamando il dispositivo combinatorio che Calvino propone nella sua raccolta di racconti Il castello dei destini incrociati, Berthoud rende giustizia all’enorme ricchezza degli archivi Alinari e al loro aspetto caleidoscopico, mostrandone la varietà di temi e generi fotografici che raccontano l’arte, la società e i costumi italiani tra la fine dell’Ottocento e il primo quarto del Novecento.

Due attori in costume da cavaliere in una scena
della "Francesca da Rimini" di Gabriele D'Annunzio,
1901, Archivi Alinari - archivio Alinari, Firenze 
In Il castello dei destini incrociati Calvino, associando il codice narrativo a quello iconico dei tarocchi, riporta le storie di alcuni viaggiatori che smarriti trovano rifugio prima in un castello, poi in una taverna. Qui, misteriosamente privati dell’uso della parola, non avendo altra possibilità, iniziano a raccontarsi storie utilizzando ciascuno le 78 lame di un mazzo di tarocchi marsigliesi che dispongono su di un tavolo. Calvino utilizza i tarocchi di Marsiglia come una ‘macchina narratrice’ e, restituendo una lettura molto personale degli arcani, sviluppa i racconti dei viaggiatori a partire dalla simbologia delle carte, che paragona a una tavola dei mestieri, a uno schema di parole crociate che vede le figure al posto delle lettere.

Firenze. Globo aerostatico,
guidato dall'aeronauta Julhes
(ascensione del 19 marzo 1884),
1884, Archivi Alinari -
archivio Alinari, Firenze 
Nella mostra presentata al MNAF e dedicata alla storia della Fratelli Alinari, il gioco di Calvino si protrae nello spazio dell’esposizione. Servendosi di un sistema combinatorio ispirato a quello di Calvino, Berthoud ha proceduto in parallelo leggendo i racconti dell’autore e selezionando le immagini dagli archivi Alinari.
Interpretando la regola di Calvino, il curatore affianca le fotografie Alinari ai tarocchi marsigliesi utilizzandole, come fanno i viaggiatori di Calvino, per raccontare di volta in volta nuove storie, non scritte, attraverso meccanismi combinatori sempre diversi. Sulle pareti della mostra, scrive Berthoud “le fotografie si ordinano secondo un sistema di parole chiave e si sostituiscono alla narrazione letteraria. Il risultato può apparire come un rebus, addirittura come uno story board, senza essere veramente assimilabile a nessuna di queste due forme. È un’illustrazione senza testo, l’eco fotografica di un racconto ispirato anch’esso da emblemi”. Il percorso espositivo che ne    deriva è suddiviso in sette parti, tante quante sono le storie della raccolta di Calvino. 


Cavaliere di Spade 
Tra stampe originali d’epoca e riproduzioni moderne dai negativi originali su lastra di vetro, la mostra si compone di 80 fotografie che omaggiano la varietà e la ricchezza della produzione Alinari ripercorrendo i suoi 160 anni di storia. Allo spettatore viene lasciata la libertà di costruire nuovi legami tra le immagini, le citazioni dai racconti di Calvino e le figure dei tarocchi, perpetuando nello spazio tridimensionale della mostra quel gioco di associazioni che avviene nel libro, tra passato e presente.

Il Sole 
“Restituire un’idea della scrittura di Calvino attraverso un deposito di memoria e di forme così ricco come quello degli archivi Alinari significa tentare di dimostrare che essi sono anche un giacimento d’immaginari, che ci parlano al presente e non solo al passato in quanto oggetto di studi storici”, scrive ancora il curatore.

Luogo della vita e della memoria, Alinari continua oggi a rivestire un ruolo di primo piano nel mondo della fotografia. Editore di ottimi volumi, museo della fotografia e archivio, anche digitale, che conserva numerosi e importanti fondi fotografici acquisiti a partire dagli anni Trenta, Alinari custodisce e rappresenta con le proprie immagini oltre un secolo di storia d’Italia e tutti i campi dell’attività fotografica.                  
Bambini sui trampoli, 1890 ca.,
Archivi Alinari - archivio Alinari, Firenze 


In occasione della mostra Gli Archivi Alinari e la sintassi del mondo. Omaggio a Italo Calvino e dei 160 anni della Fratelli Alinari, la Fondazione Alinari ha organizzato una serie di attività collaterali tra cui: Foto-racconti in omaggio a Calvino una visita animata rivolta alle famiglie e alle scuole per esplorare le capacità narrative della fotografia, lasciandosi guidare dalla presenza ‘invisibile’ di Italo Calvino; Libri s-componibili un workshop per bambini e ragazzi che si terrà negli spazi dell’azienda storica Alinari;  (Alinari x 160)Calvino = ? visita guidata per adulti e ragazzi per approfondire la storia della Fratelli Alinari.



Per info e costi: tel. 055216310 – mail: mnaf@alinari.it.

domenica 14 ottobre 2012

WASSILY KANDINSKY dalla Russia all'Europa



Pisa, BLU / Palazzo d'arte e cultura, ottobre 2012 - gennaio 2013




"...il colore è un mezzo di esercitare sull'anima un'influenza diretta. Il colore è un tasto, l'occhio il martelletto che lo colpisce, l'anima lo strumento dalle mille corde". W.K.















Che cosa mi ha colpito maggiormente in questa mostra dedicata agli anni trascorsi da Wassily Kandinsky tra la Russia e la Germania?

La musica e l'arte popolare, la mistica e la spiritualità di quella sciamanica.

Sono stata in Russia, poi a Monaco di Baviera e anche in Siberia. Ho udito suoni, sentito sapori, visto colori e tracciato linee a tempo di musica...sono persino entrata nelle abitazioni contadine e non, di inizio secolo scorso.

Ho anche suonato tamburi e spiccato il volo con angeli che hanno ben poco di rassicurante.





Esplorare l'attività meno nota di Kandinsky è lo scopo della mostra. Farlo in Palazzo Blu è un'esperienza unica che consiglio vivamente.

Penetriamo negli anni in cui, studioso di legge, etnologo, l'artista si recava in Siberia per studiare gli usi e i costumi della popolazione e, soprattutto, nel fascino che tutto questo ha esercitato su di lui. Presenti anche il mondo contadino con le sue storie meravigliose e il rapporto con la cultura russa contrapposto a quell'occidente di cui, pur negandolo, assumeva e riassumeva gli esiti poetici, forzandone i limiti per l'affermazione di una propria cultura dell'est.




Palazzo Blu ha deciso, con questa mostra, di fare un salto di qualità. Kandinsky apre il nuovo ciclo sull'arte contemporanea: l'astrazione e la creazione di un linguaggio non figurativo e non descrittivo.



mercoledì 10 ottobre 2012

VERMEER IL SECOLO D'ORO DELL'ARTE OLANDESE


Per la prima volta a Roma una rassegna su Johannes Vermeer, massimo esponente della pittura olandese del XVII secolo. La mostra delle Scuderie del Quirinale include, infatti, una preziosa selezione di opere di Johannes Vermeer - rarissime e distribuite nei musei di tutto il mondo, nessuna in Italia - e all'incirca cinquanta opere degli artisti olandesi suoi contemporanei.


Johannes Vermeer
(1632-1675)
Ragazza con il cappello rosso
Girl with the Red Hat
1665 - 1667
olio su tavola
                      Washington D.C., National Gallery of Art                        

Andrew W. Mellon Collection

 © Art Resource/Scala, Firenze

 Il visitatore può, quindi, non solo familiarizzare con questo genio artistico dalla vita ancora oggi avvolta dal mistero, a cominciare dalla sua data di nascita tuttora sconosciuta, ma anche comprendere come l'opera del maestro di Delft si sia rapportata con gli altri artisti attivi nella sua città natale e nei vicini centri di fermento culturale quali Amsterdam, Haarlem e Leida. Oltre a capolavori del maestro, celebri e incantevoli come la stradina, oggi ad Amsterdam, la mostra esporrà opere di Carel Fabritius, uno degli artisti più famosi dell'epoca, morto nell'esplosione della polveriera che nel 1654 distrusse grande parte della città di Delft, Pieter de Hooch e Emmanuel de Witte, insieme ad artisti celebrati al tempo ma oggi da noi meno conosciuti tra cui Gerard ter Borch, Gerrit Dou, Nicolaes Maes, Gabriël Metsu, Frans van Mieris, Jacob Ochtervelt e Jan Steen e tanti altri maestri raffinati e sorprendenti. Il carattere specifico dei quadri di Vermeer e dei suoi contemporanei riflette la cultura medio-borghese dell'Olanda del XVII secolo.





I soggetti casalinghi e il forte senso di realismo caratteristico del loro stile, affascinava i collezionisti privati dell'epoca, per lo più mercanti, panettieri, birrai, che esponevano i quadri nelle loro abitazioni chiedendo sempre nuovi soggetti. Nello stesso periodo in Italia, al contrario, grandi committenze istituzionali, come la Chiesa e le corti principesche, richiedevano forme d'arte pubblica e di grande formato: assai diverse, dunque dalla pittura intima e ricca di sfumature di Vermeer che affrontava per lo più temi incentrati sul privato. La famiglia, i gesti e i momenti della vita quotidiana, la lettura e la scrittura (soprattutto la corrispondenza privata), il corteggiamento, la musica e lo studio della scienza, e poi le vedute della città, gli squarci di un mondo silente e operoso, luminosi di ironia e di assorta tenerezza.




Johannes Vermeer
                                                       (1632-1675)                                                      
Giovane donna in piedi al virginale
A Young Woman Standing at a Virginal
1670-1672 circa
Olio su tela
51,7x45,2 cm
Londra, The National Gallery
Bought, 1892
inv. NG1383

Questi i temi vermeeriani. In anni recenti l'arte olandese è stata abbondantemente e universalmente studiata e diverse rassegne espositive le sono state dedicate in Inghilterra, Olanda, Germania, Giappone, Spagna e Stati Uniti, tutte memorabili ma lontane, nel tempo e nello spazio. Sebbene gli intenditori e i cultori d'arte in Italia siano oggi perfettamente al corrente delle virtù e della varietà della pittura olandese rispetto a quanto non lo fossero le generazioni precedenti, mancava ancora una rassegna veramente esaustiva su quel felice periodo artistico che fu il XVII secolo, sia per l'estrema difficoltà a reperirne le opere rare e preziosissime, conservate assai gelosamente da pochi musei e raffinati collezionisti, sia per la loro fragilità.


Johannes Vermeer
(1632-1675)
Santa Prassede
St. Praxedis
1655
Olio su tela
101x82 cm
The Barbara Piasecka Johnson Collection Foundation


Oggi, le Scuderie del Quirinale sono orgogliose di poter offrire questa mostra e il suo catalogo che aiuteranno a comprendere e conoscere la pittura olandese e questo grande, indiscusso e assoluto maestro.

Il Palazzo delle Esposizioni è aperto domenica, martedì, mercoledì e giovedì dalle 10.00 alle 20.00. Venerdì e sabato dalle 10.00 alle 22.30. Lunedì chiuso.
L'ingresso è consentito fino a un'ora prima dell'orario di chiusura.